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Il segmento testuale Leopoldo III è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 9Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 268

Brano: [...]dato dall'ex attivista dell’Azione Cattolica Leon Degrelle. Lo spirito del nazionalismo fiammingo, le cui ali estreme sostenevano la trasformazione del Belgio in uno stato federativo e la istituzione di un governo autoritario a carattere fascista, inasprì la lotta tra i partiti: nell’ottobre 1936, finanziati dai nazisti tedeschi, i rexisti tentarono un colpo di mano, ma la pronta reazione delle masse popolari lo fece fallire.

Il 14.10.1936 re Leopoldo III proclamò il ritiro del Belgio dal Trattato di Locamo (per il rispetto da parte della Germania delio status quo stabilito dai trattati di pace) e annunciò l’inizio di una politica belga di « neutralità assoluta », cosa che praticamente equivaleva a mettersi dalla parte della Germania hitleriana nel momento in cui si svolgevano le prime aggressioni fasciste in Africa e in Europa. Falliti i successivi tentativi del governo presieduto dal socialdemocratico Paul Henri Spaak (1938) di risolvere la situazione finanziaria del paese con nuove imposizioni fiscali e intensificando lo sfruttamento delle [...]

[...]esi a cadere sotto l’occupazione nazista. Malgrado la « neutralità assoluta » proclamata da Leopoldo 111, i tedeschi — ripetendo la violazione già compiuta nel 1914 — il 10.5.1940 invasero il Belgio, così come varcarono i confini dell'Olanda e del Lussemburgo. Nessun ostacolo potè arrestare la massiccia offensiva hitleriana; la resistenza dei belgi fu stroncata dalla potenza dell’aviazione e dei carri armati: il 18 maggio Bruxelles fu occupata e Leopoldo III firmò con 1a Germania un armistizio che, in realtà, era una resa incondizionata. Un’ulteriore resistenza sarebbe stata possibile solo se gli anglofrancesi, come avevano promesso, fossero tempestivamente intervenuti, ma essi si trovarono a loro volta in tali difficoltà da non poter mantenere Timpegno. Anzi, fu precisamente la resistenza belga sul fiume Lys che permise agli Alleati quel miracoloso salvataggio a Dunkerque (v.), grazie al quale 350.000 militari britannici e francesi poterono sottrarsi alla cattura.

Subito dopo l’armistizio venne costituito in Belgio un governo collaborazionist[...]

[...]che permise agli Alleati quel miracoloso salvataggio a Dunkerque (v.), grazie al quale 350.000 militari britannici e francesi poterono sottrarsi alla cattura.

Subito dopo l’armistizio venne costituito in Belgio un governo collaborazionista, sotto il controllo del governatore tedesco von Falkenhausen, con l’appoggio del movimento rexista capeggiato da Degrelle e dal partito « popolare » di Gustave Le Clercq. Ma la capitolazione sottoscritta da Leopoldo III non venne accettata dal governo belga in esilio, che era riuscito a riparare a

Parigi e poi a Londra. Il primo ministro Hubert Pierlot e il ministro degli Esteri Paul Henri Spaak dichiararono che la guerra contro la Germania nazista sarebbe continuata « finché un solo belga avrà fiato e sangue ». Quello in esilio non era del resto un « governo ombra »; esso poteva contare, oltre che su ingenti mezzi finanziari, sull’appoggio delle truppe coloniali del Congo, il cui governatore (Ryckmans) era rimasto fedele, e soprattutto sull’adesione reale deH’intera popolazione metropolitana. Vivo era in[...]

[...]ntera popolazione metropolitana. Vivo era infatti nei belgi il ricordo della terribile esperienza dell’invasione tedesca del 191418: anche allora molti di essi avevano condotto la lotta contro « les boches », organizzando un vasto e attivo movimento clandestino che, attraverso sabotaggi e attentati, aveva reso difficile la vita aH'invasore.

La Resistenza belga

Quantunque la nazione si fosse in gran parte schierata con il governo in esilio, Leopoldo III, dopo essersi ritirato nel suo castello di Laeken, dichiarandosi prigioniero, finì ben presto col collaborare attivamente con i nazisti. Il 16.11.1940 egli si recò perfino a Berchtesgaden, a concordare personalmente con Hitler le modalità per il mantenimento al trono della sua dinastia.

Al disopra delle tradizioni divisioni politiche nel paese e nonostante l’esistenza di un forte partito nazionalista fiammingo filonazista, la Resistenza belga ebbe uno sviluppo notevole. Vi concorsero anche i drastici provvedimenti presi dall’occupante: le requisizioni di viveri, il servizio obbligatorio de[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 326

Brano: [...]rtecipò a numerose ardite azioni, guadagnandosi la medaglia d’argento al valor militare. Fu tra gli organizzatori del Fronte della Gioventù e divenne poi segretario del Sindacato chimici.

Loreta (n. a Roma il 10.3.1917), sorella di Donato e Antonio e attiva antifascista, durante la Guerra di liberazione partecipò con il marito Donato Marini alla lotta politica e militare. Dopo la Liberazione è stata tra le organizzatrici deH’U.D.I. a Roma.

Leopoldo III

N. il 3.11.1901; re dei belgi. Figlio e successore di Alberto I, sposò la principessa Astrid di Svezia il

4.11.1926. Dal matrimonio nacquero Giuseppina Carlotta (1927), Baldovino (1930), Alberto (1934). Salì al trono alla morte del padre (23.2. 1934). Un anno e mezzo dopo, durante una vacanza in Svizzera, ebbe un incidente automobilistico nel quale sua moglie rimase uccisa e lui stesso fu ferito.

Fin dai primi tempi del suo regno Leopoldo III mostrò di essere succube dell’influenza della Germania nazista. Prendendo a pretesto le tragiche conseguenze subite dal Belgio (v.) durante l’invasione tedesca nella Prima guerra mondiale, si fece portatore di una politica estera di isolamento che, di fatto, indebolendo la già incerta difesa collettiva deH’Occidente favorì le mire aggressive di Hitler. Nel 1936, allorché i nazisti rimilitarizzarono la Renania in aperta violazione del Trattato di Locamo del 1925, Leopoldo III si dissociò a sua volta da quel patto, quindi dall’alleanza con la Gran Bretagna e con la Francia, proclamando la « neu[...]

[...]succube dell’influenza della Germania nazista. Prendendo a pretesto le tragiche conseguenze subite dal Belgio (v.) durante l’invasione tedesca nella Prima guerra mondiale, si fece portatore di una politica estera di isolamento che, di fatto, indebolendo la già incerta difesa collettiva deH’Occidente favorì le mire aggressive di Hitler. Nel 1936, allorché i nazisti rimilitarizzarono la Renania in aperta violazione del Trattato di Locamo del 1925, Leopoldo III si dissociò a sua volta da quel patto, quindi dall’alleanza con la Gran Bretagna e con la Francia, proclamando la « neutralità assoluta » del Belgio (14.10.1936). Ciò equivaleva, in quel momento, a dar via libera a Hitler e a fornire alle democrazie occidentali ulteriori pretesti per la loro politica di appea



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 327

Brano: [...]piteto di « re fellone ». Poi, nel 1940, quando i tedeschi passarono all’attacco, non fu in grado di resistere all’invasione e il 28 maggio, di sua personale iniziativa, firmò la capitolazione accettando tutte le misure dettate dall’occupante (a differenza del vicino re Cristiano X di Danimarca che, più dignitosamente, riuscì a contrastare la prepotenza dei nazisti ottenendo alcune concessioni, anche se in parte soltanto formali).

L'11.9.1940 Leopoldo III sposò la ventiduenne MaryLiliane Baels (nominandola principessa di Rethy), di famiglia fiamminga sospetta di collaborazionismo. Questo fatto e la visita da lui volontariamente resa a Hitler a Berchtesgaden il 16.11. 1940, gli alienarono definitivamente la fiducia delle masse popolari.

Le sue impudenti nozze, in un momento così tragico per il popolo, suscitarono duri sarcasmi. Sui muri del Belgio apparvero scritte come « Donnez des poules à nos prisonniers » (le pollastre datele ai nostri prigionieri).

Trasportato dai tedeschi in Sassonia e poi in Austria, qui fu liberato dagli americani[...]

[...]ragico per il popolo, suscitarono duri sarcasmi. Sui muri del Belgio apparvero scritte come « Donnez des poules à nos prisonniers » (le pollastre datele ai nostri prigionieri).

Trasportato dai tedeschi in Sassonia e poi in Austria, qui fu liberato dagli americani il 7.5.1945.

Secondo dopoguerra

Inviso ormai alla maggior parte dei lavoratori belgi che minacciavano di scendere in sciopero generale non appena avesse varcato la frontiera, a Leopoldo III non rimase che ritirarsi in Svizzera confidando nell’azione del tempo e negli intrighi dei partiti, mentre suo fratello, principe Carlo, fungeva in patria da reggente. Difatti, in un clima di duri dissidi tra socialisti e cattolici come pure tra fiamminghi e valloni, il 12.3.1950 fu indetto un referendum popolare che diede il 57,68 dei voti favorevoli al rientro di Leopoldo III in Belgio (22.7.1950). Questo risultato inasprì più che mai i contrasti e nella sua stessa capitale (che gli aveva votato contro) il monarca fu accolto da violente manifestazioni di protesta. Otto giorni dopo egli fu così costretto a cedere i suoi poteri al figlio Baldovino, fino alla sua successiva abdicazione (giugno 1951).

Lepetit, Roberto

N. a Lezza (Como) il 29.8.1906, m. il 4.5.1945 nel lager di Ebensee (v.). Amministratore delegato della Società per azioni LadogaLepetit{ (prodotti chimici e farmaceutici), fu uno dei pochi industriali italiani a dedicare tutti i suoi mezzi e la vi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 270

Brano: [...]mone ha messo le sue grosse scarpe »: era il segnale convenuto per la mobilitazione generale in vista dello sbarco alleato in Normandia. Quattro mesi dopo, il 5 settembre, i partigiani vittoriosi entrarono in Bruxelles e, l'indomani, ad Anversa. Il 4.2.1945 le forze della Resistenza, unite agli Alleati, liberarono dalla presenza tedesca lo ultimo lembo del Belgio.

Dopo la liberazione del Belgio, l’opposizione vallona e socialista ha imposto a Leopoldo III, il re collaborazionista, di delegare i poteri regali al figlio Baldovino, e infine di abdicare in favore dello stesso (1951).

A.Ba P.Se.

Bibliografia: L. Lejeune, La résistance belge de 1940 à 1945, Paris, 1950; J. Willequet, Les étapes de la Mise au Travail en Belgique, Karlovy Vary, 1963.

Belgrado

Beograd. Città di circa 700.000 abitanti, capitale della Jugoslavia (v.) e della Repubblica Socialista Serba, alla confluenza della Sava nel Danubio. Nel corso della seconda guerra mondiale, dopo un violentissimo bombardamento aereo (67.4. 1941), venne occupata dalle truppe tedesche [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 499

Brano: [...]dell’intera sinistra tedesca davanti a Hitler. Eletto vicepresidente del Partito operaio belga, fece votare dal Congresso di questo partito un piano di coalizione dei ceti medi, degli operai e dei disoccupati per ottenere la nazionalizzazione delle banche, misura che a suo avviso avrebbe dovuto permettere la realizzazione del pieno impiego.

Nel 1935 entrò a far parte del gabinetto Van Zeeland (19351938). Rimasto in Belgio (v.) a fianco del re Leopoldo III dopo la capitolazione del maggio 1940, nel dopoguerra fu accusato di collaborazionismo con i tedeschi e nel 1946 fu processato e condannato in contumacia a 20 anni di reclusione. Per sfuggire al carcere riparò, in Svizzera, dove morì in un incidente d'auto.

Manca, Candido

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. N. a Dolianova (Cagliari) il 31.1.1907, m. a Roma il 24.3. 1944.

Nel 1925 si arruolò nell’Arma dei carabinieri, prestando servizio nella Legione territoriale di Roma fino al

1928. Diplomatosi successivamente in ragioneria, fu assunto presso il Ministero dei lavori pu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 100

Brano: [...]ato segretario della Centrale di educazione operaia belga e poi docente presso l’Accademia del Lavoro di Francoforte sul Meno, in Germania, dove risiedette fino al 1933.

Al suo ritorno in Belgio fu eletto vicepresidente del Partito operaio belga, diventando una delle personalità più rappresentative del movimento. Autore del Piano di lavoro belga, fece parte come ministro del gabinetto Van Zeeland (19351938). Nel 1940, dopo la capitolazione di Leopoldo III di fronte ai tedeschi, espresse pubblicamente le proprie simpatie per gli occupanti. Nel 1946 fu condannato per collaborazionismo a venti anni di lavori forzati, ma potè successivamente evadere dal carcere e riparare in Svizzera, dove morì nel 1953.

Sotto la guida di Déat

Il neosocialismo francese fu ca peggiato da Marcel Déat, a sua volta profondamente influenzato dalle idee di H. de Man.

N. nel 1884 e professore a Reims, Déat iniziò la carriera politica nel 1925 a Parigi come consigliere municipale e nel 1926 fu eletto deputato. Nel 1931 pubblicò sulla rivista Perspectives socialis[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Leopoldo III, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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